Rio de Janeiro, ottobre 2025 — Un sorriso, un respiro profondo e la consapevolezza di aver scritto un’altra pagina di sport. Francesco Ceci, ascolano, pistard di lungo corso e oggi guida nel tandem paralimpico, ha conquistato una splendida medaglia d’argento ai Campionati del Mondo di Ciclismo Paralimpico su Pista, confermando ancora una volta la solidità e la crescita del movimento azzurro in questa disciplina.
Una finale da batticuore
La gara del team sprint tandem B si è decisa sul filo dei millesimi: appena 687 millesimi di secondo hanno separato la formazione italiana da quella australiana, poi laureatasi campione del mondo. Un margine minimo, che rende l’argento degli azzurri — guidati da Francesco Ceci con l’atleta ipovedente Stefano Meroni, affiancati da Chiara Colombo ed Elena Bissolati — ancora più prezioso.
La loro corsa è stata un concentrato di potenza, ritmo e sincronia perfetta: pochi secondi di pura intensità che hanno fatto vibrare il velodromo brasiliano e lasciato il segno nel cuore di chi segue questo sport con passione.
Dal professionismo alla guida paralimpica
Per Francesco Ceci, la pista non è mai stata soltanto un luogo di competizione, ma quasi una seconda casa. Dopo anni da protagonista nella velocità “tradizionale”, con titoli italiani e partecipazioni internazionali, l’atleta marchigiano ha trovato nel mondo paralimpico una nuova sfida e, forse, un nuovo senso del pedalare.
Diventare “guida” — ovvero pilota nel tandem insieme a un ciclista con disabilità visiva — significa azzerare il proprio ego e fondere la propria esperienza con la sensibilità dell’altro. È uno sport nel quale la fiducia è più importante della forza, la comunicazione più decisiva del cronometro.
Una squadra che cresce
La nazionale italiana di ciclismo paralimpico ha ormai assunto un ruolo da protagonista a livello mondiale. Dopo l’oro conquistato nel 2024, questo argento conferma la costanza e la maturità tecnica del gruppo. L’alchimia tra Ceci e Meroni, affinata allenamento dopo allenamento, è la chiave del successo: un’intesa che va oltre la pista e che trasforma la fatica in armonia.
«Questo risultato ci ripaga di tutto il lavoro — ha commentato Ceci dopo la gara —. In soli tre anni di attività nel tandem abbiamo centrato un oro e un argento mondiali. È un percorso che dà fiducia e dimostra che il tempo, quando è speso con passione, restituisce sempre qualcosa di grande».
Un simbolo di dedizione e rinascita
Il valore di questa medaglia va oltre il podio. È il segno tangibile di come la carriera di un atleta possa rinascere in una forma nuova, e di come l’esperienza accumulata nel professionismo possa diventare dono e guida per altri.
Ceci, con la sua calma determinazione e la sua attitudine al sacrificio, incarna l’idea che lo sport sia una continua occasione di scoperta: di sé, degli altri e dei propri limiti.
Uno sguardo al futuro
Con questa medaglia d’argento, l’Italia si conferma tra le potenze del ciclismo paralimpico mondiale. Ma per Francesco Ceci il traguardo non è mai definitivo. L’obiettivo, ora, è guardare avanti: nuovi campionati, nuove sfide e la prospettiva dei Giochi Paralimpici di Los Angeles 2028, dove l’azzurro sogna di tornare a inseguire l’oro con la stessa determinazione che lo ha sempre contraddistinto.
Un argento che brilla come oro, perché racconta una storia di passione, di rinascita e di umanità — quella di un atleta che non ha mai smesso di credere nella velocità del cuore.



